lunedì 11 aprile 2011

CHI HA UCCISO NED LUDD?


 



‘ Lei ha un braccio/e benché ne abbia uno solo/c’è magia in questo unico braccio/ che ne crocifigge milioni/Distruggiamo il Re Vapore, il Selvaggio Moloc’


‘Notte dopo notte, quando tutto è quieto/ e la luna ha già attraversato la collina/marciamo a compiere la nostra volontà/con ascia, picca e fucile ’.


(Canzoni luddiste)


‘Down with all the kings, but King Ludd’
(Lord Byron)



La storia che tutto vuole sempre ossificato  in una data, dice che la faccenda cominciò il 12 aprile del 1811 . In quella notte senza luna, nel Nottinghamshire, trecentocinquanta tra uomini donne e bambini assaltarono una fabbrica di filati di proprietà di William Cartwrigth. In pochi minuti di gioiosa violenza, fecero a pezzi i telai meccanici e bruciarono tutto, poi se ne andarono correndo, disperdendosi verso i prati delle colline , già ricoperti dalla rugiada notturna. Quella stessa notte più di settanta telai furono distrutti negli altri villaggi dei dintorni.
Come una scia di fuoco che incenerisce  le sterpaglie,  i ‘distruttori di macchine ’, così fin dall’ inizio vennero infatti chiamati,  corsero nelle contee di Derby, Lancashire e York. Là dove pulsava il cuore di quella ‘rivoluzione industriale ’ che era il vanto e l’orgoglio d’Inghilterra , e che stava cambiando il mondo intero. Il rigagnolo sgorgato dal villaggio di Arnold corse per due anni per tutto il Regno Unito , inseguito dal generale Maitland e dai suoi 10.000 uomini, più di tutti quelli che la corona aveva messo in campo contro Napoleone. I soldati cercavano disperatamente Nedd Ludd che tutti sapevano essere il generale degli ‘incendiari’.  Ma non lo trovarono. Così come nessuno vide mai ‘Mr. Pistol’, ‘Peter Felpa’, ‘Joe l’Incendiario’, ‘General Justice’ o uno tra i tanti nomi che correvano sulle bocche degli abitanti dei distretti industriali. Nomi con cui sempre terminavano ironiche lettere d’avvertimento, indirizzate agli industriali ,tutte non a caso provenienti dagli uffici postali della vicina foresta di Sherwood. Non li trovarono semplicemente perché non esistevano. Non li trovarono perché i capitani e i generali di quell’esercito di straccioni non erano tali. Essi erano,  i figli, i mariti e i nipoti  delle migliaia e migliaia di famiglie che abitavano quei paesi persi nella brughiera verde, conosciuti da secoli per la qualità dei panni di lana che lì si tessevano da tempo immemorabile.

Fin da subito i ‘luddisti’ che poi volevano semplicemente rallentare quell’ industrializzazione accelerata che stava distruggendo i saperi antichi dei loro mestieri e le comunità in cui da secoli vivevano, vennero chiamati ‘teppisti’,   ‘residuo del passato ’, ‘reazionari’, ‘complici di Napoleone’. E il loro agire, nel migliore dei casi fu visto come la cieca, ancorché comprensibile risposta,a una modernizzazione tanto indispensabile quanto necessaria.         

Di loro rimase soltanto qualche testimonianza, alcune canzoni, atti di processi, informative di autorità, centomila sterline di perdite, e una legge . Il ‘Framebreaking bill’. La legge che i ‘Lords’ all’unanimità votarono e che condannava all’impiccagione, la pena per i delitti infamanti ,chi danneggiava una macchina, o chi era accusato di un furto. Il cappio toccò anche a un bambino di nove anni. Aveva rubato a un negoziante dei gessetti colorati.
Rimasero anche  i fatti, con la loro durezza, anche se opportunamente nascosti sotto una coltre di silenzio e di oblio . Due anni di lotta sociale violenta, mille e cento macchine distrutte, cinque o sei fabbriche bruciate, quindici luddisti morti, tredici confinati in Australia, quattordici impiccati di fronte alle mura del castello di York.
Tutto finì nel gennaio del 1813 , quando venne appeso per il collo George Mellor e dopo pochi mesi tocco ’ ad altri quattordici che avevano attaccato la proprietà di Joseph Ratcliff, un potente industriale. Nessuno di loro era accusato di reati di sangue. Si incamminarono verso il patibolo cantando un inno religioso metodista ‘Belhold the Savior of Making’. Erano tutti consapevoli che la proprietà privata nella civilissima Inghilterra valeva più della vita di un uomo.
Il generale Maitlad che aveva schiacciato la rivolta, fu ricompensato con il titolo di Baronetto e venne nominato Governatore di Malta. William Carthwright, il primo industriale che fu attaccato dai ‘luddisti’, continuò ad accumulare milioni di sterline, sino alla fine dei suoi giorni. Uno dei suoi figli si suicidò nel Palazzo di Cristallo, durante l’esposizione industriale mondiale del 1851, che celebrava le meraviglie della scienza e della tecnica. Il rumore dello sparo che pose fine alla sua vita, venne coperto dal pulsare delle macchine che mostravano ai visitatori estasiati , quanto il paese dove scorre il latte e il miele fosse ormai vicino. Una delle spie che avevano venduto ‘Ludd’ e i suoi, morì per la paura. La sua tomba venne profanata e il suo cadavere fu venduto a degli studenti di medicina.
In realtà i ‘distruttori di macchine ’ponevano dei problemi ai quali ancora oggi nessuno ha inteso o potuto dare una risposta. Infatti, i ‘luddisti’ non rinnegavano la tecnologia,essi erano tutti operai e artigiani e conoscevano bene quanto la tecnologia può servire ad alleviare la fatica dell’uomo. Infatti la loro violenza non era diretta contro le macchine in quanto tali, ma contro quelle macchine che erano dannose per la comunità.
Posero infatti alcune domande. Ci sono limiti allo sviluppo tecnologico? Possono essere accettate quelle macchine impossibili da acquistare e da amministrare da parte della comunità? E’ possibile opporsi all’introduzione di quei macchinari ,quando questi sono dannosi per la comunità tutta ? La scientificità del lavoro, la velocità nell’applicazione della tecnica , in altre parole il progresso tecnologico, è sempre da intendersi come un valore positivo? Può essere positivo una sviluppo tecnologico che non rifletta sulle implicazioni sociali e umane che esso comporta? Domande imbarazzanti . Quesiti pericolosi che minano le certezze di tanti.
Dei ‘Luddisti’ rimasero soltanto delle smilze e soprattutto interessate note a piè di pagina dei manuali di storia. Qualche canzone accennata nei ‘pubs’ e poco altro. Alcuni ‘Luddisti’ in verità vennero visti una ventina d’anni dopo la fine della loro rivolta, partecipare a Londra alla fondazione delle ‘Trade Unions’. Di altri ancora se ne trovarono le tracce dopo la Comune di Parigi o alla fine delle Rivoluzione Spagnola. Le quattro contee che li avevano visti nascere si chiusero nel silenzio. C’è chi dice per cercare di dimenticare il più in fretta possibile tutto quello che era successo. C’è chi dice invece , per meglio conservare la loro memoria.

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