domenica 17 aprile 2011

L'IMPRESARIO ANARCHICO



Parigi 18 ottobre 1975

Nella caffetteria 'Europa' , nel quartiere di Belleville, non lontano dal Pére Lachaise, in quella fredda e umida mattina di ottobre, una di quelle mattine che Parigi conosce da sempre, quando i venti oceanici provenienti dalla Manica, portano nuvole gonfie di pioggia, si svolge tra due uomini un dialogo  surreale, da film 'noir' degli anni '60.
'Qui o fuori?'
L'uomo più vecchio si guardò intorno in quel piccolo locale accogliente che profumava di caffè alla cicoria.
'Fuori. Qui ci sono degli amici che non voglio mettere in pericolo'.
Appena furono usciti per strada, l'uomo più giovane cominciò a sparare a bruciapelo contro quel vecchio robusto che schiantò al suolo.
Poi, a passo spedito, ma senza affanno alcuno, si diresse all'entrata più vicina del metro.
I poliziotti che accorsero sul posto, non fecero fatica a riconoscere quel cadavere che si raffreddava sul marciapiede. Era più di trenta anni  infatti che davano la caccia a quell'uomo e la sua foto segnaletica era diventata familiare e conosciuta a tutti gli uomini in uniforme.
Ma, a questo punto, se fossimo in un romanzo dell' '800, bisognerebbe porre la domanda seguente :
' Chi era Laureano Cerrada Santos?' . In questo modo si chiamava infatti quel vecchio steso sul marciapiede, che era stato nell'ordine anarchico, spagnolo, ma soprattutto  il più incredibile falsario nella storia del movimento anarchico di tutti i tempi.
Della vita di Laureano, si sa poco, almeno sino alla fine della seconda guerra mondiale.
Era nato a Miedes de Atienza , un piccolo paese in provinvia di Guadalajara nel 1902. Fuggito dal suo 'pueblo' per evitare quei 'caciques' che impazzavano nei latifondi di tutta la Spagna, era arrivato a Barcellona.
Per vivere diventa 'peon de vias' , fa in tempo a vivere gli ultimi bagliori del 'pistolerismo' e intanto frequenta l 'Ateneo di José Alberola, amico del 'Noy de Sucre' e padre di Octavio, uno dei migliori storici del movimento.
E' tra quelli che danno l'assalto alle 'Atarazanas' e subito dopo, viene nominato dalla CNT amministratore della 'Caja Central' delle Ferrovie catalane. E malgrado questo incarico e la critica incessante che Laureano dispiega contro la svolta 'ministerialista' della CNT, trova anche il tempo per fondare delle colonie per i bambini rimasti orfani prima di arruolarsi  nell' 83 BTG, ex 'Columna de Hierro'.
Anche lui, come centinaia di migliaia di altri, passa i Pirenei nel gelido inverno del 1939 e come tanti altri finisce in un campo di concentramento della Repubblica Francese prima e nei battaglioni di lavoro della Todt poi.
Deportato in Normandia , a lavorare al Vallo Atlantico, è su quelle dune sabbiose che Laureano inizia la sua 'carriera'. Scappa infatti , dopo appena pochi giorni , dal campo di lavoro dove è stato rinchiuso, dopo avere falsificato con le sue mani un permesso della Komandatur.
Da quel momento in avanti, praticamente per tutto il resto della sua vita, Laureano vivrà utilizzando dei documenti falsi, anche perché si è scoperto un talento innato per la falsificazione di qualsiasi documento, biglietto da banca o altro.
Laureano comincia fin da subito a falsificare di tutto: permessi di lavoro, salvacondotti per centinaia di ebrei, che riusciranno così a scampare la deportazione nei campi di sterminio, tessere per il razionamento, reichmarks. E dopo la Liberazione: passaporti, fondi di investimento, buoni del tesoro e biglietti della lotteria nazionale. Falsifica anche i biglietti per accedere a una corrida che si tiene nella  'Plaza de Toros' di Nimes, a cui lui assiste dall'alto di una terrazza inondata dal sole.
Non c'è nulla che non sappia falsificare alla perfezione quell'uomo che una foto segnaletica della polizia francese mostra precocemente stempiato, pesanti e scure borse sotto gli occhi, il naso irrimediabilmente 'stortato' da qualche colpo brutale. Vestito con un elegante abito scuro, in camicia bianca e una cravatta di colore argento. Un uomo che guarda distaccato dritto dentro l'obbiettivo, quasi la cosa non lo riguardasse.
E' anche un uomo di poche parole Laureano Cerrada Santos che ha impiantato un laboratorio per la falsificazione  di documenti ad appena quindici metri dal comando generale delle SS di Parigi. Infatti, quando i suoi amici stanno violentemente litigando tra di loro e perdono del tempo prezioso, Laureano spalanca una finestra e perfidamente dice:
' Gridate. Gridate ora ! Visto che siete tanto coraggiosi!'
Poi, in un sepolcrale silenzio richiude quella finestra che dà sul cortile dove le SS si preparano ,mentre tutti si stanno rimettendo al lavoro.
E' con il 25 aprile del 1945 che Laureano si ritaglia un posto definitivo tra i resistenti alla dittatura franchista.
Nell'inverno del 1944 infatti, quando i 'tanks' americani 'puntano' su Parigi, Laureano  partecipa a un 'plenum' dei gruppi da combattimento degli anarchici. Bisogna pianificare la lotta armata contro Franco, anche perché appare ormai chiaro che gli 'Alleati' non hanno alcuna intenzione di abbattere il regime franchista come hanno per anni solennemente dichiarato, guadagnandosi così l'aiuto disinteressato e generoso, da parte degli esuli spagnoli, nella lotta contro Hitler.
Il dibattito sulla strategia da adottare, come sempre da costume tra gli anarchici, ha suscitato posizioni contrastanti. C'è chi propende per dare impulso alle 'agrupaciones' che già operano un po' in tutta la Spagna, chi insiste  per infiltrare 'commando' bene addestrati dai Pirenei, chi ancora vuole invece passare alla guerriglia urbana.
Su una cosa tuttavia sono tutti d'accordo, Laureano si deve occupare del finanziamento e lui il problema di dove andare a prendere i soldi che servono, lo risolve a modo suo.
Il venticinque aprile del 1945 infatti, assieme a due altri compagni dei quali si è perso il nome, arriva a Milano, proveniente dal sud della Francia. I tre sono riusciti miracolosamente ad evitare le truppe tedesche in ritirata lungo il passo della Cisa e a non incappare in uno dei tanti posti di blocco che le Brigate Nere hanno disseminato in tutta la pianura Padana.
L'obiettivo che ha in mente Laureano, non è quello di partecipare all'insurrezione armata che i partigiani stanno per scatenare in tutto il Nord Italia. Lui vuole mettere le mani sui 'clichées' delle banconote da cinquanta e da cento pesetas che Franco per anni ha fatto stampare in quella città che  è la vara capitale della Repubblica Sociale Italiana.
Nella sua azione, viene aiutato da alcuni tra i partigiani toscani che fanno parte della brigata anarchica 'Malatesta-Bruzzi', la più numerosa e anche la più dimenticata tra tutte le brigate partigiane di Milano e che ha nelle case a ringhiera della 'Affori' operaia una delle sue roccaforti. Quasi certamente, Laureano è stato messo in contatto con loro da Germinal Concordia, il nome che questi porta è tutto un programma, il robusto uomo dall'ingannevole aspetto pacioso, che ha preso il comando delle Brigata, dopo la morte di Pietro Bruzzi che l'aveva fondata.
I partigiani toscani che aiutano Laureano, sono militanti abili e sperimentati, gente su cui fare affidamento a occhi chiusi. Vengono quasi tutti dalla città-fabbrica di Piombino, una della roccaforte del sindacalismo rivoluzionario, dove da tempo immemorabile si lavorano i minerali ferrosi che arrivano dalle dirimpettaia Isola d'Elba. Hanno conosciuto la disperata fame della Maremma, poi hanno lavorato per anni all' 'Ilva' e alla 'Magona'.
Hanno fatto parte degli Arditi del Popolo di Argo Secondari, che morirà in manicomio, dove è stato rinchiuso perché le randellate dei fascisti gli hanno irrimediabilmente lesionato il cervello. Loro si sono opposti , armi alla mano, alle squadre fasciste, che per anni sono state alla larga dalla loro città che cadrà  ultima roccaforte operaia nelle mani delle camicie nere. Malgrado abbiano da sempre in sospetto i 'politici' di ogni colore, si sono offerti di proteggere Antonio Gramsci quando sono venuti a sapere che il segretario del Partito Comunista è stato minacciato dai fascisti.
Lasciati soli, sottoposti a continue perquisizioni da parte delle Guardie Regie e dei Carabinieri, ammoniti, beffeggiati di continuo, hanno dovuto abbandonare Piombino assieme alle loro famiglie e si sono trasferiti nelle periferie industriali delle grandi città  del Nord .
Se ne contano infatti alla 'barriera Nizza' e alla 'Milano' di Torino, come alla Bovisa, il quartiere su cui ristagnano sempre i fumi delle ciminiere della Montecatini . Si sono stabiliti anche a Sesto San Giovanni e negli altri quartieri sorti attorno alle grandi fabbriche delle città del triangolo industriale.
Quelli che vivono ad Affori, lavorano alla 'Carlo Erba', la fabbrica chimica con l'altissima ciminiera in mattoni rossi che allora contava più di seimila operai e in anni di fascismo trionfante, hanno mantenuto vivo un sotterraneo dibattito con i loro colleghi di lavoro.
Gli operai lombardi, specie quelli che arrivano dalla Brianaza, li chiamano affettuosamente 'magazin de parol'. Loro citano in sala mensa i testi sacri dell'anarchia e pronunciano alla toscana i titoli dei libri del principe Kropottine, le frasi più riuscite di Bakuninne. Quando poi parlano di Pietro Gori, il poeta dell'anarchia che è praticamente un loro compaesano, si illuminano tutti. Ma i 'toscani', non si sono soltanto limitati a trasmettere i rudimenti di una cultura laica e libertaria. Sono loro che assieme a qualche reduce della rivoluzione spagnola, a Torino come a Milano, hanno messo in piedi i primi Gruppi di Azione Partigiana che hanno assestato del colpi micidiali ai tedeschi e ai fascisti. Sono riusciti infatti ad ammazzare tra i tanti a Milano, Aldo Resega, il capo delle Brigate Nere, a cui i fascisti hanno poi dedicato una truculenta canzone.
Quella mattina del 25 aprile, Laureano viene scortato da un gruppo da combattimento della 'Bruzzi' al vuoto palazzo della Zecca, si impadronisce dei 'clichées', torna in Francia, a Parigi, e va a vivere a Belleville, il quartiere che da sempre ospita e protegge i proscritti e gli esuli di tutto il mondo.
Qui comincia a stampare banconote da cento e da cinquanta pesetas che subito distribuisce a tutti i gruppi da combattimento.
Il suo obbiettivo è però ancora più ambizioso. Laureano vuole infatti ' inondare' la Spagna intera di vagonate di 'pesetas' per dare così un colpo mortale alla già traballante economia dello stato franchista.
Spaventati per il progetto di Laureano, che avrebbe indubbiamente degli effetti imprevedibili e potenzialmente devastanti, i dirigenti della CNT in esilio, in modo particolare Germinal Esgleas, che gli uomini d'azione chiamano con una punta di disprezzo : 'El Fraile', gli chiedono di consegnare i 'clichées'.
Laureano, in un primo momento risponde di no perché:
' Il denaro serve per la rivoluzione. Voi lo volete distruggere perché vi fa paura.' Anche se alla fine cede alle pressanti richieste del notabilato 'cenetistas', che infatti subito distruggerà quei clichées diventati tanto pericolosi, come in seguito confesserà José Peitars.
E' a questo punto che Laureano decide di mettersi da solo. Lui è fedele e lo rimarrà per tutta la vita , senza tentennamento alcuno alla Causa, sempre scritta con la lettera maiuscola. Ma non conosce, anzi rifiuta l'obbedienza a qualsiasi organizzazione, se questa opera in modo opposto ai suoi convincimenti.
Del resto, già durante la Guerra civile, contro il parere dello 'stato maggiore'  della CNT, ha cercato di  far evadere Abd El Krim dalla prigione dove lo aveva rinchiuso lo stato francese.
L'intuizione di Laureano è giusta. Se il capo berbero arriverà a Barcellona e la CNT riconoscerà l'indipendenza del Riff, tutte le 'cabile' del 'Sahara' insorgeranno contro Franco. Verrà così sottratta al generale la sua sicura retrovia, da cui fa affluire in Spagna quelle truppe coloniali che saranno decisive nel prosieguo della guerra. Il suo progetto, che avrebbe potuto per davvero cambiare il corso del conflitto, anche se la storia non si fa con i se e con i ma, non avrà purtroppo seguito alcuno.
Comunque con i soldi che ha già stampato e con quelli che falsificherà, Laureano inaugura il 'metodo Cerada Santos'. Aiuto disinteressato a tutti i rivoluzionari che lottano contro Franco, senza chiedere nulla in cambio . E' così capace di collaborare con la 'Defensa dell' Interior', l'organizzazione da combattimento della CNT, e con i gruppi di anarchici ai margini dell'organizzazione, a volte già in rotta con l'organizzazione stessa.
Collabora infatti e aiuta Sabaté, Marcelino 'Pancho' Massana, Facerias e gli altri gruppi di guerriglieri.
Inoltre realizza una impressionante rete di hotels e appartamenti dove i ricercati possano trovare sicuro rifugio, officine per la riparazione delle armi, depositi clandestini. Come quello di cui è responsabile Rafael Aguilera che nasconde armi e esplosivi all'interno del teatro 'Alhambra-Maurice Chevalier di Parigi, dove lui fa il manovratore di scena. Armi che quasi costano la vita a Lucio Urtubia, incaricato di tenerle manutenzionate. Infatti, proprio mentre lui sta lubrificando una vecchia 'Mauser' automatica, l'arma gli sfugge di mano , cade per terra , parte un colpo che soltanto per miracolo non castra il navarro.
Laureano dispiega un'attività febbrile che lo porta a contatto tra i tanti altri con Luis Andres Edo, che è morto a Barcellona il 14 marzo del 2009, dopo una vita lunga e intensa e con José Palacios della Commissione di Difesa della CNT. Quello che  Eduardo Quintela, il brutale commissario della 'Brigata Politico Social' di Barcellona, chiama ' il nemico pubblico numero uno'. Due tra i tanti 'apaches' del movimento,due avventurieri della specie più nobile, dei pazzi. Quelli che pensano che l'umanità può salvarsi, o quanto meno merita la pena di vivere per provarci.
Nel 1947 Laureano acquista una lancia a motore con cui porta armi e rifornimenti ai gruppi che combattono contro Franco , in Spagna.
Poi, mette in piedi l 'Empresa de Trasporte Galicia' in vista dell' 'Operacion Panico' che prevede l'uccisione dell'arcivescovo e del governatore di Saragozza e soprattutto l'eliminazione del Caudillo.
E' con l'abortita 'Operazione Pescatore d'acqua dolce', che Laureano si ritrova nel mirino della polizia francese. Infatti nessuno, nella logica degli stati, può permettersi di attentare alla vita di un capo di governo neanche se si tratta di un tiranno sanguinario come Franco che ha preso il potere e che soprattutto lo sta mantenendo attraverso un vero e proprio bagno di sangue.
Così per Laureano, nel 1950 si spalancano le porte della Santée. L'accusa contro di lui, che è arrivato incensurato incredibilmente a quarantotto anni suonati , che gli eleva il giudice istruttore , è 'detenzione di monete false'. 
Rimane dentro un anno e nel frattempo la polizia e i servizi segreti smantellano il 'reseau' che Laureano ha creato in tanti anni e con tanta fatica, compreso in rinvenimento nell'autodromo di Guyacourt dell'aereo usato tre anni prima per cercare di ammazzare Franco.
Laureano è appena uscito dal carcere che cercano di incastrarlo nell' 'affaire' del fallito assalto al treno postale di Lyon.
Un 'affare' dai contorni oscuri , un tentativo di rapina che si è concluso tragicamente con tre anarchici stesi sui binari della stazione, crivellati di colpi assieme a due poliziotti.
E' il pretesto questo che la polizia aspettava per 'ripulire' il mondo dei rifugiati da tutti gli indesiderabili
Decine di anarchici infatti, senza prova alcuna sono sbattuti in galera. Tra gli altri José Peirats e Sabaté che in prigione viene torturato selvaggiamente, tanto che cerca di suicidarsi.
Cercano di mettere dentro  Laureano, anche se tutti sanno quanto lui sia assolutamente contrario ai sequestri di persona e alle rapine.
I sequestri di persona infatti lo ripugnano; perché secondo lui, nessuno per nessuna ragione può togliere la libertà a un altro essere umano e le rapine in banca vanno evitate, perché  diffondono demoralizzazione tra gli uomini dei 'gruppi' che temono, in caso d'arresto di essere identificati come semplici 'atracadores'.
Il tentativo di incastrarlo evapora come nebbia al sole, tanto che Laureano nel 1951 partecipa a un congresso della CNT.
La foto, l'unica altra che di lui si conosca, lo ritrae in un gruppo di  sei persone. Cinque uomini e una donna, Federica Montseny, dagli inconfondibili occhiali con le spesse lenti e la folta capigliatura.
Laureano è il primo a sinistra della prima fila. E' un uomo non alto ma massiccio. Veste un elegante cappotto grigio, slacciato, porta il panciotto e la mano destra negligentemente gli esce dalla tasca dei pantaloni
Di Laureano si conosce un'unica civetteria, quella di vestirsi in modo elegante. Ha imparato a vestirsi bene , da quando ha scoperto che indossare  abiti eleganti ed assumere un'aria innocua e paciosa, rappresenta il migliore tra tutti i travestimenti. Poi a vestirsi bene, ci ha preso gusto. Poca cosa, considerando le somme enormi che per tutta la vita gli passeranno di tra le mani e che faranno nei fatti di lui, il vero 'ministro delle finanze' del movimento anarchico.
Laureano, che in quella fotografia ha un'aria rilassata e soddisfatta, non lo sa ancora, ma quello sarà l'ultimo dei congressi del movimento a cui gli sarà permesso di partecipare.
E' in questo momento che inizia infatti  la fase più amara della sua esistenza.
La dirigenza della CNT, prima lo sospende e poi lo espelle dal   sindacato per 'avere discreditato l'organizzazione e  per i suoi contati criminali', così si legge sul comunicato, freddo e anodino, come sempre lo sono quelli emanati dalla burocrazia.
Che Laureano si sia in qualche modo 'sporcato' le mani con il 'milieu' di Parigi è possibile, anzi, è praticamente certo. Non puoi infatti agire nell'ombra , in quella zona grigia dove si falsificano documenti e si acquistano armi, senza  dover essere obbligato a fare un favore a qualcuno. Senza entrare in contatto, che ti piaccia o meno con la 'mala' organizzata che del resto è sempre pronta a venderti.
Da che cosa fu determinata l'accusa che i 'papaveri' della CNT elevarono contro Laureano? In fondo soltanto dal desiderio, da parte dei dirigenti del Movimiento Libertario Espanolo di tirare il fiato dopo tanti anni di inconcludente attività, di cocenti delusioni, la voglia di non avere più sul collo la polizia francese, di non essere più sottoposti a continue perquisizioni e ad altrettanto continue convocazioni nei commissariati. Fatti questi che, uniti alle minacce pressanti di essere rimpatriati a forza,  impediscono di condurre un' esistenza normale. In fondo quegli uomini e quelle donne, che pure avevano per davvero ' messo fuoco ai palazzi e alle chiese' si vogliono liberare di chi non ha ancora rinunciato, di chi magari tra dubbi, incertezze ed errori, continua a battersi.
Laureano finisce ancora in carcere, a Evreux , sempre per falsificazione di documenti. Esce e entra dal carcere per tutti gli anni '50, perché  ormai la polizia francese gli tiene il fiato sul collo.
Così, viene di nuovo arrestato nel 1958 per avere falsificato dei marchi tedeschi. Nel frattempo, ha cercato , con certosina pazienza di rimettere in piedi la sua 'rete’, ma i risultati questa volta sono stati scarsi.
I compagni sono stanchi di quella lotta che pare non avere mai fine. Inoltre , stanno invecchiando in quell'esilio che ghiaccia loro l'anima. E poi il 'verdugo', anzi il 'cabron', come gli esiliati chiamano sempre Franco, non è mai apparso tanto forte come in quegli anni. Anni che portano soltanto le notizie che, al di là dei Pirenei, gli uomini della resistenza cadono uno dopo l'altro in una lotta diventata ormai disperata e diseguale con la Guardia Civil.
Una generazione intera si è consumata in una lotta che dura ormai da decenni, e il ricambio non c'è stato . I giovani infatti, anche quelli che sono figli di compagni, sono tutti presi dai miti del consumismo che annuncia con orgoglio che la Francia, come del resto l'Europa intera, si è ormai allontanata definitivamente dalla seconda guerra mondiale.
Quando ormai, anche Laureano come tanti altri, appare incamminarsi verso una pacifica pensione, scoppia inaspettato il 'Maggio' e il vecchio anarchico a quasi settanta anni , 'torna in pista'.
Quei ragazzi  sono tanto diversi dai 'braceros' andalusi e dagli operai di Barcellona ,che lui ha conosciuto tanti anni prima, ma hanno anch'essi l'ambizione di cambiare le cose  e  scoprono stupiti che in Francia c'é un mondo che non avevano mai pensato lontanamente  potesse esistere.
Un mondo chiuso in se stesso, impastato dal sapore amaro della sconfitta, formato in gran parte da vecchi che hanno patito le più cocenti delle delusioni, le sconfitte più devastanti, ma che per questo non sono peggiorati, né si sono inariditi, uomini e donne per i quali, le necessità di uno, diventano quelle di tutti. Quei tranquilli signori ormai anziani,  hanno una storia alle spalle. Ché anzi  dopo un'iniziale diffidenza, accolgono fraternamente quei giovani studenti, a cui trasmettono la memoria di qualcosa che è stato grande e forte.
 Come succede a Freddy  Gomez, quando scopre che Nardo Imbernon, un suo vicino, tiene in casa una forchetta d'argento, che ha una storia particolare.
Si era nel 1949 , quando la lussuosa 'Limousine' su cui viaggiavano l'Aga Khan e Rita Hayworth fu fermata nel Bois de Boulogne, dove i due si erano recati per un romantico pic-nic, da alcune automobili. Scesero da queste alcuni individui con il volto coperto che si qualificarono come uomini dei 'grupos de accion de la CNT'. E 'alleggerirono' dei gioielli , della pelliccia e di tutto quello che di prezioso i due avevano con sé.
La forchetta, era poi arrivata per sentieri misteriosi , nelle mani del signor Imbernon che l'aveva per tanti anni custodita con cura.
A Laureano quei giovani piacciono, piace la loro irruenza, la loro mancanza di rispetto per le regole che altri hanno scritto al posto loro, e si mette a disposizione, tanto che, almeno a dare retta a 'Le Monde' del 2 giugno del 1970, finisce ancora in galera per avere falsificato delle patenti e delle carte d'identità. Documenti che dovevano servire a quei ragazzi per tentare di aiutare la resistenza spagnola.
Laureano, questa volta rimane in carcere per quattro anni interi, quando uscì era l'uomo più sorvegliato da parte dell'Interpol.
Sortì dalla prigione appena in tempo per essere ammazzato, anzi per Eliseo Bayo, Laureano , il 18 ottobre del 1975,marciò incontro al suo assassino che certamente conosceva.
Ma chi uccise Laureano ? Per i suoi compagni, Laureano fu ucciso da un commando del gruppo Palladin , un gruppo di mercenari nazisti diretti da Gerhard Harmut von  Shubert che ha 'lavorato' per Peron, con Nasser e in Irak.  Un gruppo di assassini prezzolati che avrebbero agito su incarico dei servizi segreti spagnoli. Perché morto Franco e tornata la 'democrazia' in Spagna, bisognava 'bonificare' l'ambiente dei fuoriusciti, eliminare, o quantomeno rendere inoffensivi tutti i più pericolosi tra i rivoluzionari. E Laureano, quel vecchio uomo di 74 anni era ancora tanto pericoloso.
Per Eliseo Bayo invece, autore si un libro bello e importante 'Atentados Contra Franco', l'assassino di Laureano si chiamava Ramon Benich Canudo, alias Ramon Lerilés, un ex iscritto alla CNT, che in carcere si era legato alla mafia francese. Un 'chulo de putas' conosciuto anche come il ' Caid di Pigalle' che si sarebbe così garantito un posto di tutto rilievo nel gotha della 'mala' parigina, che in quegli anni stava organizzando su base industriale lo sfruttamento della prostituzione e lo 'spaccio' degli stupefacenti. L'omicidio sarebbe stato commissionato a Lerilés , per uno 'sgarbo' che Laureano avrebbe compiuto pochi giorni prima a qualcuno di importante.
Quel che è certo è che Laureano, pochi giorni prima di morire, aveva pagato tremila franchi a Nicolas Reveillard, un giovane avvocato del foro di Parigi, affinché trafugasse dal Palazzo di Giustizia un voluminoso dossier di 1500 pagine che conteneva tutte le notizie possibili sull'attentato contro Franco avvenuto a Donostia nel 1948. Attentato di cui Laureano era stato il maggiore artefice.
Inoltre Laureano, proprio in quei giorni, stava registrando assieme a Eliseo Bayo su un magnetofono le sue memorie di uomo d'azione.
Sia il dossier che le memorie registrate del vecchio combattente, avrebbero rivelato le inconfessabili complicità e gli sporchi maneggi tra il servizio segreto francese  e quello spagnolo, avrebbe evidenziato i legami occulti e sempre negati con la malavita organizzata.
Del dossier su cui Laureano aveva messo le mani, non fu trovata nessuna traccia. Il più grande rammarico per Laureano fu la morte  di Franco , avvenuta nel suo letto .
' La vittoria più schiacciante di Franco , il suo venti novembre, è stato il suo pesce d'aprile'. Ebbe infatti più volte a dichiarare, sempre rammaricandosi di non essere riuscito ad 'aggiustare i conti' con il 'pescatore d'acqua dolce'.
Non gli si conoscono né compagne né figli. Il suo figlioccio, o meglio  ancora il suo erede, fu Lucio Urtubia, l'anarchico navarro che andò vicinissimo a mettere in ginocchio la 'First National Bank', la banca privata più importante del mondo. Ma questa, come si scriveva un tempo, è un'altra storia.
C'è da scommettere che quando Laureano si trovò a dovere attraversare lo Stige, pagò Caronte con un biglietto da banca perfettamente falsificato

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