domenica 17 aprile 2011

L'ARCANGELO LIBERATORE



'Scoppiò quindi una guerra nel cielo. Michele e i suoi angeli combatterono contro il drago'

( Capitolo 12, libro dell'Apocalisse)

Per il colonnello Ramon Lorenzo Falcon, il drago , quel giorno della primavera del 1907, aveva le sembianze di Miguelito Pepe, un ragazzo di appena quindici anni che aveva organizzato lo sciopero degli affitti nei quartieri proletari di Buenos Aires.
Del resto, concludeva fra sé e sé meditabondo  il colonnello, mentre guardava quel ragazzino che si metteva alla testa di una manifestazione formata quasi completamente da donne, armate di scope : 'Anarchici si nasce', pensava e comandava ai soldati di disperdere quella gente sudicia e straniera che insozzava , con la sua sola presenza, il suolo stesso della patria argentina.
Per Miguel Arcangel Roscigna, operaio metalmeccanico, anarchico espropriatore convinto e fine autodidatta, il drago in questione, altro non poteva essere che il carcere, dove tanti anarchici argentini, erano rinchiusi a marcire , nel 1930.
Roscigna , non è molto conosciuto nel 'milieu' anarchico di Buenos Aires, almeno fino al 1918.
Si guadagna un posto di rilievo nella spontanea gerarchia degli anarchici argentini quando, cerca di far evadere dal carcere di Ushuaia, la prigione persa tra i ghiacci e il vento della Terra del Fuoco, Simon Radowitzky.
Simon è una vera e propria leggenda in quegli anni per il movimento anarchico. Nato nel 1891, come Roscigna d'altronde, è arrivato in Argentina dopo essere sfuggito miracolosamente a un 'pogrom' nel suo villaggio natale, un pugno di casupole perse nella steppa dell' Ucraina.
E' ancora un ragazzo dall'aspetto fine e distinto, dai corti baffetti curati che veste spesso una redingote nera, quando assiste al massacro degli operai che è avvenuto il Primo Maggio del 1909, in Plaza de 'Los Dos Congresos'.
Otto gli operai che sono caduti uccisi sul selciato della strada, almeno a dare retta ai rapporti della polizia, più di cinquanta invece quelli che morti sotto le pallottole dei soldati, secondo 'La Prensa'
Il colonnello che ha comandato il fuoco contro gli operai che hanno osato occupare, sia pure per poche ore, uno dei luoghi simbolo della borghesia rioplatense, per ricordare i martiri di Chicago, è il colonnello Ramon Falcon.
Così, Simon il 4 novembre di quello stesso anno, prepara nella sua casa una bomba artigianale, poi, quando passa l'automobile su cui viaggia Falcon, apre la portiera, scaglia la bomba all'interno dell'abitacolo, poi la richiude. Il colonnello e il suo autista muoiono sul colpo.
Simon, che è stato subito arrestato, scampa alla fucilazione soltanto perché a quell'epoca è ancora minorenne, e per chi ha meno di ventun anni il diritto argentino non prevede la pena di morte, ma non alla deportazione a Ushuaia , che in pratica significa una pena di morte soltanto differita nel tempo.
Infatti appena lui entra in prigione, viene torturato selvaggiamente, poi violentato in massa dai secondini.
Le notizie sulle torture alle quali quel ragazzo viene quasi quotidianamente sottoposto, filtrano fuori dalle tetre mura del carcere e Miguel Arcangel Roscigna, non fa  certo fatica a  convincere Apolinario Barrera e due anarchici cileni: Ramon Cifuentes e Ernesto Medina a cercare di fare qualcosa per la liberazione di quel ragazzo esile e coraggioso.
I quattro anarchici riescono a mettersi in contatto con Simon e ad elaborare un piano di fuga tanto semplice quanto geniale.
Simon che è impiegato come lavorante nella sartoria del carcere, si cuce di nascosto una tunica nera , identica a quella che portano le guardie. Il giorno convenuto, si mescola agli agenti che hanno appena terminato il loro turno,, poi corre verso una goletta battente bandiera croata, che Roscigna ha noleggiato per una somma esorbitante, e che è ancorata in una caletta poco lontana.
Il piano prevede che Simon venga sbarcato dopo poche ore di navigazione , con cibo e acqua in abbondanza, in un luogo sconosciuto, dove, dopo due o tre settimane, un gruppo di compagni andrà  a recuperarlo.
Ma all'ultimo momento Simon cambia idea e rimane sulla goletta che lo sbarca, dopo quattro giorni di navigazione nella penisola di Brunswick.
Subito dopo la nave , che è salpata da poche ore, viene fermata da un'unità da combattimento della marina militare cilena, il comandante 'se la canta' e Simon viene ripreso e condannato a due anni di isolamento e a mezza razione quotidiana, dopo le rituali torture che gli vengono inflitte.
Roscigna prova di nuovo a far evadere dal carcere Radowitzky nel 1924.
Questa volta riesce a impiegarsi come 'perro', con questo nome vengono chiamati affettuosamente dai detenuti i secondini che lavorano a Ushuaia, ma deve fuggire precipitosamente perché è stato smascherato. Non prima però di avere trovato il tempo per  appiccare il fuoco alla casa del direttore del penitenziario e a portare via  con sé Ramon Silveyra, un panettiere che è stato condannato a vent'anni di carcere , per avere partecipato ai durissimi scioperi dei 'panaderos' di Buenos Aires.
Roscigna si è ormai reso conto che organizzare le evasioni, è un affare duro, pericoloso, e anche molto costoso.
E' per questo motivo che nel 1924, comincia ad assaltare le banche. Partecipa a rapine assieme a Durruti e ai fratelli Ascaso, attacca il portavalori delle Obras Santarias  con Severino Di Giovanni. Ma questo attivismo frenetico non gli fa certo dimenticare , quelli che un tempo almeno, erano definiti i 'doveri internazionalisti'. Infatti partecipa e anzi pianifica la raffica di attentati contro le aziende statunitensi che operano in Argentina, per protestare contro la condanna di Nicola Sacco e di Bartolomeo Vanzetti.
Compresa la completa distruzione di una fabbrica di sigarette, dove un padrone, non sai se più pazzo o stupido, ha annunciato con un gran tam tam pubblicitario che sta per lanciare sul mercato, una nuova marca di sigarette. Le 'Sacco e Vanzetti' appunto.
Ma è il carcere , per Roscigna  il drago da abbattere, anche se i poliziotti , durante un controllo do routine, con lui sono stati chiari:
' Hai tre alternative' gli hanno detto un giorno 'o ti metti ad allevare galline, o ti seppellisci in seminario, o ti suicidi. Perché la prossima volta che  ti incrociamo per strada, ti spariamo nella schiena, ti mettiamo una pistola in mano e diciamo a tutti che cercavi di sottrarti all'arresto'.
Ma , dopo tante  rapine, Miguel Arcangel Roscigna ha i soldi a sufficienza per organizzare la fuga dal carcere di Punta Carretas a Montevideo, dei fratelli Moretti e di tre anarchici di un gruppo d'azione di Barcellona, che sono lì rinchiusi. Questa volta Miguel pianifica tutto alla perfezione.
Nell'agosto del '29, una famiglia italiana che è appena arrivata da Buenos Aires, compra una casa che dista poche decine di metri dal portone principale della prigione. La famigliola che è formata  da Gino Gatti, da sua moglie e da una bella bambina bionda, si fa subito ben volere in tutto quanto il quartiere. Infatti nella rivendita di carbone, ' El Buen Tratto' che i Gatti hanno aperta al piano terra della loro abitazione, , vengono praticati dei prezzi onesti e si fa anche credito. Gli affari per il signore e la signora Gatti vanno bene. Sono gentili, affabili, sempre pronti ad aiutare chi ne ha bisogno.
E' per questi motivi che tutti i vicini, son sinceramente dispiaciuti, quando nel marzo del 1931, i Gatti se ne vanno, dopo avere annunciato a tutti che se ne tornano a Buenos Aires.
Il 18 marzo del 1931, un guardiano del carcere di Punta Carretas, ha la netta percezione che ci sia qualcosa di strano nell'aria.
Lui che è un veterano delle carceri, sa benissimo che quando in prigione si respira un'aria di totale calma piatta, si sta preparando qualcosa che di lì a poco esploderà con deflagrante violenza. L'uomo è incaricato di controllare in continuazione Erwin Polke, un tedesco dall'ingannevole aspetto pacioso che è in realtà il migliore falsario nella storia del movimento anarchico argentino. Non c'è infatti moneta, passaporto o documento che lui non riesca a falsificare alla perfezione. Ma quel giorno Erwin sembra faccia di tutto per calmare le ansie del secondino. Il tedesco se ne sta infatti tutto tranquillo a giocare a scacchi, nel bel mezzo del cortile. Quando l'agente comincia a pensare che le sue siano soltanto delle fantasie, che spesso il carcere porta con sé, uno stridore di freni, lo avverte che qualcosa sta succedendo, sia pure al di là delle mura della prigione.
I vicini della famiglia Gatti, hanno in fatti avvertito la polizia che dalla casa della famigliola che se ne è appena andata, stanno uscendo dei tipi sospetti. Gli agenti subito accorsi, cadono letteralmente su Aurelio Rom , che di Antonio Moretti è il cognato. Durante la perquisizione dell'abitazione che gli agenti subito fecero, si imbatterono in una botola che immetteva in un pozzo. Da qui, attraverso una scaletta si scendeva in un tunnell lungo cinquanta metri, illuminato, con lampadine elettriche e completo di bocche per l'areazione, con le pareti perfettamente rivestite da assi di legno. Un tunnell che gli ingegneri della polizia definirono 'un'opera tecnicamente perfetta'. Da quel tunnell se ne erano andati Moretti, i tre anarchici catalani e cinque 'comuni' che si erano trovati nel locale dei bagni comuni, quando Roscigna, con un cric, aveva sfondato il pavimento di  una doccia.



















EPILOGO

Uno dei fratelli Moretti, appena dopo pochi giorni dalla fuga, fu riconosciuto da un accalappiacani a cui impedì di catturare un cagnolino , un piccolo bastardo che si era rifugiato tra i suoi piedi. L'accalappiacani , appena lo riconobbe, corse subito a denunciarlo . Cinquantadue poliziotti, armati di fucili a ripetizione, circondarono la casa dove lui si era rifugiato, intimandogli di arrendersi. Moretti si sparò un colpo in testa , perché aveva giurato a se stesso che in carcere lui non ci sarebbe mai tornato. I tre anarchici catalani sparirono nel nulla. Non si hanno notizie dei cinque delinquenti che evasero assieme a loro.
Miguel Arcangel Roscigna  fu ammazzato nel 1937, appena uscito dal carcere, dai poliziotti di una squadra speciale e il suo corpo fu  'desaparecido' nel delta del Plata., per cancellare la memoria di quell'uomo gentile, sempre vestito di bianco, che portava perennemente scuri occhiali da sole.
Simon Radowitzky, uscì da Ushuaia, dopo ventun anni di carcere. Una foto lo ritrae mentre, in mezzo a un nugolo di poliziotti, sta per sortire dal carcere. E' elegante in un abito grigio Simon, il cappello a larghe tese, l'aspetto vigile e nello stesso tempo cauto, di chi è cresciuto in carcere e non è capace di muoversi negli spai aperti. Farà in tempo a combattere nella 28 Divisione di Jover, sul fronte d'Aragona e a sopravvivere al campo di concentramento di Saint Cyprien, prima di morire nel 1956, per un colpo apoplettico.
Al colonnello Falcon, fu dedicato un monumento, che rappresenta in uno stile magniloquente,una specie di angelo e una donna piangente ,accovacciata ai suoi piedi. Brutto, come lo sono sempre i monumenti celebrativi, che fu posato sulla 'Diagonal' di Buenos Aires, nel quartiere della Recoleta.
Negli anni successivi a quella fuga che trovò una larghissima eco sulla stampa di tutto il Sud America, in Uruguay successe di tutto.  Il prezzo della carne bovina crollò, 'i 'blancos' e i 'colorados' in quel piccolo stato che veniva un tempo chiamato la Svizzera del Sudamerica , si alternarono  al governo del paese, e la 'Celeste' vinse  per ben due volte la coppa del mondo di calcio.
L'unica cosa o quasi che in Uruguay rimase sempre uguale , in tutti quegli anni, è il carcere di Punta Carretas , con i  suoi enormi padiglioni tinti di colore grigio, dove , a partire dalla fine degli anni '60, vennero rinchiusi i Tupamaros, che si stavano battendo con le armi in pugno contro la svendita di quel paese un tempo opulento , alle multinazionali europee e nord americane.
I 'Tupa', che hanno inventato la guerriglia urbana, tengono molto alla tradizione. Non a caso hanno chiamato la loro organizzazione con il nome del capo indigeno che diresse la rivolta contro il vicereame spagnolo e che finì squartato sulla piazza del mercato di Cuzco , il 24 settembre del 1527.
Il sei settembre del 1971, quaranta anni giusti dall'evasione che organizzò Roscigna, è una bella giornata di sole, e nel carcere di Punta Carretas regna quella calma apparente che sempre annuncia che qualcosa di grosso sta per accadere. Infatti, quando i secondini fanno rientrare nelle loro celle i detenuti, si accorgono che ne mancano bel centoundici. Centosei tupamaros, Raul Sendic compreso, che dei guerriglieri è il capo riconosciuto e un'intera 'batteria' di rapinatori di banche, quella del Negro Vinas, un 'atracador' che si è politicizzato in carcere.
I poliziotti che risalirono il tunnel, attraverso il quale i tupamaros erano fuggiti, trovarono un biglietto con sopra scritto:
'Oggi come ieri, in lotta per la libertà'. I guerriglieri erano infatti scappati usando in gran parte il tunnel che quaranta anni prima Roscigna e i suoi uomini avevano scavato.
Questo volta l'Argangelo Michele aveva vinto per davvero la sua lotta contro il drago.e non poteva finire che in questo modo. Visto che per la tradizione ebraica, l'Arcangelo Michele è il protettore dei deboli e degli oppressi.
Recentemente sul basamento del monumento al colonnello Ramon Falcon, una mano ha tracciato una A cerchiata e la scritta 'Ramon vive'. Potrebbe sembrare questa soltanto una scritta nostalgica, senza valore alcuno. Come sempre accade quando la storia viene cristallizzata nel ricordo.
Una scritta che una squadra di pulizia della municipalità di Buenos Aires cancellò in pochi minuti. La sera dopo la scritta fu tracciata di nuovo. A vedere con quanta solerzia quelle poche lettere, vengono cancellate tutte le volte che compaiono, le cose stanno un po' diversamente. Del resto, dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che 'il passato è un campo di battaglia'.

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